Enineftegaz, il consorzio di cui fanno parte Eni ed Enel, ha vinto l'asta per alcuni asset del fallito gigante energetico privato russo Yukos. Il lotto in asta comprendeva il 20% delle azioni di Gazpromneft, il cui pacchetto di controllo è in mano al gigante energetico Gazprom, i pacchetti di controllo delle filiali di Yukos Arktikgaz e Urengoil (due giacimenti nell'area siberiana di Yamal con riserve di metano e greggio provate e possibili per circa otto miliardi di barili) e azioni di altre 19 aziende del settore energetico. L'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni ha parlato di «primo grande passo nell'upstream (attività di estrazione, ndr) russo». Ed ha aggiunto: «Questa operazione, che si inquadra nei proficui e continui rapporti tra Italia e Russia, sottolinea il valore della nostra alleanza strategica con Gazprom».

Alla gara hanno partecipato, oltre al consorzio Enineftegaz di Eni-Enel, la Unitex di Novatek, il maggior produttore indipendente del gas russo, e Neftradegroup, creatura di Rosneft, il colosso petrolifero a controllo statale. Si trattava del primo lotto di asset da cedere per ripianare il fallimento del più grande conglomerato petrolifero russo, società un tempo posseduta dal tycoon Mikhail Khodorkovskij, che aveva intenzione di vendere agli americani. Anche per questo, oltre che per le sue ambizioni politiche, il Cremlino lo fece arrestare e da oltre quattro anni lo tiene recluso in carcere a Krasnokamensk, estremo sperduto della Siberia orientale.

Il prezzo indicato è di 4,36 miliardi di euro ed è considerato dagli analisti estremamente interessante. L'intesa permette all'Eni di raggiungere due obiettivi di importanza fondamentale: l'aumento di circa un terzo delle riserve di gas e petrolio e l'entrata sul mercato russo, uno dei mercati strategici del settore. Il team del gruppo italiano è stato guidato da Marco Alverà. Goldman Sachs, in un report, aveva indicato in 4,56 miliardi il prezzo sotto al quale per Eni-Enel sarebbe stato conveniente aggiudicarsi l'asta. Obiettivo raggiunto, quindi. La banca d'investimenti americana nella sua analisi indica anche che il titolo Eni viene trattato a sconto del 6% rispetto al settore oil & gas e che il prezzo obiettivo ha un potenziale di crescita del 21%. Per questo il target è stato elevato da Goldman a 29,5 euro.

Intanto Gazprom ha reso noto un accordo per una call option con le compagnie Eni ed Enel per l'acquisizione entro due anni del 51% futuri asset Yukos inclusi nel secondo lotto nel caso di vittoria di EniNeftegaz nell'asta odierna. L'opzione rientra nella partnership strategica raggiunta tra Eni e Gazprom in data 14 Novembre 2006.

Nel caso in cui Gazprom «esercitasse la propria opzione di acquisto - spiega una nota Enel - gli asset verrebbero gestiti attraverso una joint venture tra Eni e Gazprom che avrebbe accesso alle tecnologie più avanzate di Eni». In quanto al 20% di Gazprom Neft, la nota precisa che «sarà di totale proprietà di Eni», ma aggiunge che la compagnia italiana «ha garantito a Gazprom l'opzione di acquisire il 20% delle azioni» di Gazprom Neft «in qualunque momento entro i prossimi due anni a un prezzo di 3,7 miliardi di dollari, oltre ai costi inerenti al finanziamento dell'operazione». Il numero due di Gazprom, Alexandr Medvedev, considera praticamente cosa certa l'esercizio dell'opzione offerta al colosso russo. «Che l'opzione sarà realizzata - ha dichiarato - non ho alcun dubbio. Per quanto riguarda i tempi, l'iter potrebbe partire anche domani».

Ancora Goldman Sachs sottolinea i tre principali rischi dell'operazione per Eni. Gli azionisti di Yukos potrebbero passare alle carte bollate contro i nuovi arrivati, anche se l'asta è stata bandita dal Governo e questo dovrebbe escludere azioni legali. Un'incognita è il processo di liberalizzazione del mercato domestico russo entro il 2011, con un incremento della pressione fiscale. Se in futuro vi fossero punti di disaccordo con Gazprom gli italiani avrebbero qualche problema in più per rendere profittevoli le riserve, «anche se questo tipo di accordi - spiega la nota della banca Usa - dovrebbero fare parte del pacchetto di regole stabilito nell'asta».

Il ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani ha giudicato positivamente la vittoria all'asta di eni-Enel parlando a margine di un congresso di Fiom-Cgil. «Con un po' di coraggio le aziende italiane possono svolgere un ruolo importante in campo internazionale.La vittoria di Eni e Enel all'asta per il secondo lotto di asset ex Yukos é uno degli sviluppi dell'intesa tra l'Eni e il gigante russo Gazprom». Bersani ha aggiunto che «questo è uno degli sviluppi possibili dell'accordo che va nella direzione ipotizzata: quella di un radicamento anche di nostre imprese nell'upstream russo. Diciamo che sono notizie che segnalano una evoluzione come quella di Enel di questi giorni».

 

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